La Faggeta del Monte Cimino

In questo video presentiamo un percorso ad anello di 3,5 kilometri che esplora la Faggeta Vetusta del Monte Cimino.

7/1/20244 min read

Partiamo dal parcheggio ai piedi del Monte Cimino, pronti ad immergerci nella Faggeta Vetusta Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, tutelata da una Gestione Forestale Sostenibile. Saliti i gradini, ci accoglie il tronco magnifico di un albero spezzato, al centro della piazza da cui si diramano tutti i sentieri, ben segnalati dalla cartellonistica. Iniziamo seguendo il percorso rosso, iniziando da subito il nostro bagno nel fitto bosco.

Il "forest bathing", in giapponese shinrin-yoku, è un'attività di immersione sensoriale nella natura che mira a favorire il benessere psicofisico. Molto più di una semplice camminata nei boschi: è un’opportunità per rallentare e riconnettersi con se stessi e con il mondo naturale.

I faggi secolari si innalzano maestosi, con i loro tronchi robusti e le chiome che filtrano la luce del sole creando giochi di ombre che rendono l'atmosfera quasi fiabesca.

Proseguiamo lungo il sentiero, salendo dolcemente verso la vetta del Monte Cimino. La prima tappa del nostro percorso è la Torretta, un antico punto di osservazione dedicata alla figura di Maria. La sua statua è un simbolo di devozione e una meta di pellegrinaggio per i fedeli della zona.

Siamo sulla vetta del Cimino, in questa zona potete trovare reperti risalenti all'età del bronzo, testimonianza dell’importanza di questa foresta per gli antichi Etruschi.

Riprendiamo il nostro cammino seguendo la freccia rossa, che ora si sovrappone al sentiero 103, i cartelli informativi spiegano l’intricata rete di percorsi a disposizione. Il nostro bagno nella foresta continua, passo dopo passo ci avviciniamo sempre di più alla nostra prossima tappa. Che in effetti abbiamo già visto qua è là.

Parliamo infatti di una delle meraviglie geologiche del Monte Cimino: i Massi Trachitici. Queste imponenti formazioni rocciose, di origine vulcanica, emergono dalla faggeta come giganti di pietra, raccontando storie di antiche eruzioni e di forze della natura che hanno plasmato questo territorio.

La loro struttura solida e duratura è data dalla trachite, una roccia effusiva simile al basalto. E grazie al loro fascino sono state usate in passato per scopi rituali dalle popolazioni locali, come i Falisci e gli Etruschi.

Arriviamo in uno spiazzo con dei cartelli informativi sui massi trachitici. Da qui possiamo seguire la freccia viola e fare una piccola deviazione andata e ritorno per vedere un enorme faggio secolare. Inbocchiamo il sentiero, sempre nel fitto della foresta, superiamo un impressionante albero caduto, con le sue radici giganti fuori terra.

Ed ecco che poco più avanti appare il faggio secolare, è uno degli esemplari più imponenti e venerati della faggeta, un autentico monumento della natura, con un’età stimata di diversi secoli, caratterizzato da un tronco possente e una chioma ampia e rigogliosa.

Questo antico faggio è sopravvissuto alle intemperie e alle sfide del tempo, diventando simbolo di resilienza e continuità per il territorio. La sua presenza attira non solo escursionisti, ma anche studiosi e botanici, che lo considerano un esempio di biodiversità e stabilità ecologica.

Torniamo indietro, e quando siamo di nuovo ai cartelli espositivi dei massi trachitici, seguiamo le indicazioni per il sentiero 123A, ma qui è importante andare subito a sinistra, costeggiando i massi, che avremo alla nostra sinistra. Ci avviamo verso la parte finale del nostro anello, addentrandoci ancora di più nella faggeta. Qui ci troviamo di fronte a una vera e propria cattedrale naturale, con i faggi secolari che svettano verso il cielo. Questi alberi maestosi, tra i più alti d'Europa, sono il simbolo di un ecosistema unico, tutelato dall'UNESCO.

I cavalli di accolgono in una spianata, luogo di relax per grandi e piccini. Dopo un momento di sosta esplorativa, riprendiamo il sentiero, ognuno col proprio passo. Arriviamo alla “aula didattica”, fra tavoli in legno e molti cartelli informativi, ricchi di spunti per approfondire i misteri della faggeta, meglio conosciuta come “foresta vetusta”.

Seguiamo ora le indicazioni per il sasso naticarello, dopo pochi passi, a sorpresa, siamo al punto di partenza, ai piedi del maestoso tronco di faggio.

Invece di ripetere la scalinata, andiamo sulla sinistra, scendiamo la rampa in legno e ci rifocilliamo al bar ristorante la faggeta, anche perché dopo una passeggiata, mangiare e bere è ancora più bello. Prima di riprendere la macchina, scendendo verso la fine del parcheggio troviamo una scalinata in legno che porta al mitico Sasso Naticarello o Rupe tremante.

Questo enorme masso, appoggiato precariamente su una piccola base, sembra sfidare le leggi della fisica. Si dice che un tempo, se spinto con forza, il sasso oscillasse, dando origine al suo nome. Anche se non siamo riusciti a spostarlo è stato meraviglioso vederlo! arriviamo alla Rupe Tremante, meglio conosciuta come il Sasso Naticarello.

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