Le Forre di Corchiano

In questo video presentiamo un percorso ad anello di 7,5 kilometri che esplora il Monumento Naturale Forre di Corchiano.

5/6/20244 min read

Protagonista di questa escursione è Corchiano, situato tra la media valle del Tevere e le pendici dell’antico vulcano Cimino, oggi in provincia di Viterbo, dove ci si immergerà in una vegetazione fiabesca; si attraverseranno le suggestive tagliate falische; si raggiungerà il caratteristico borgo costruito sulla rupe, attraverso un percorso ad anello di 7 chilometri e mezzo.

Si parcheggia nello slargo nei pressi del ponte della ferrovia Roma-Viterbo e della Chiesa della Madonna del Soccorso, accanto alla quale parte il sentiero nell’area protetta delle Forre di Corchiano, nel 2008 designata Monumento Naturale dalla Regione Lazio.

Il cammino costeggia il rio Fratta, un affluente del Tevere, ed è una splendida passeggiata fra le felci e i pruni. Subito si incontrano le prime cavernette falische scavate nel tufo, prima di una lunga serie lungo il percorso.

Alle cascate del Sambuco, c’è la piccola deviazione che permette di scendere al livello dell’acqua, consigliabile solo con abbigliamento impermeabile!

Finalmente ai piedi del borgo di Corchiano, è possibile, se si è fortunati, incontrare i famosi asinelli che qui vivono allo stato brado. Sono abituati alla presenza umana, ma è doveroso ricordare che è nostra responsabilità relazionarci con rispetto e cortesia a questi animali. Anche perché noi siamo ospiti a casa loro! In questa area il Comune ha installato anche dei divertenti giochi per bambini.


Ci sono qui diverse strade che salgono al borgo, ma si prosegue ancora verso il basso, lungo il percorso del pellegrinaggio che i fedeli della zona fanno fino alla Madonna delle Grazie. Sarà questo un tratto di andata e ritorno, quindi una deviazione dal percorso ad anello.

Lungo la via si incontrano molte altre tombe etrusche, riadibite dai paesani a cantine o anche a rifugi durante la guerra. Si ignora il ponte che porterebbe alla via cava della Spigliara, anch’essa molto bella, ma non oggetto del percorso e si trova il laboratorio dell’artista che lavora il tufo realizzando soprattutto volti dal sapore antichissimo.

Arrivati ad un altro bivio e nuovamente evitata la strada in salita, si prosegue a destra, accanto al fiume e si oltrepassa poi il cancello di legno a custodia della tagliata che sale con alcuni tornanti scavati nel tufo.

Subito dopo ci si trova davanti uno splendido ponte romano, nei pressi del quale è stata predisposta un'area attrezzata. Si attraversa il corso d’acqua e ci si trova davanti ad altre grotte adibite a stalle. Qui si prosegue a destra (è importante chiudere il cancello dopo essere passati!).

Una galleria di mimose in fiore funge da ingresso al canale d’irrigazione complanare, ora asciutto, che si percorre tra pareti sempre più alte che fendono la rupe.

Una passerella con corrimano in legno agevola la discesa e ci ricorda l’importanza di valorizzare con queste opere il patrimonio naturalistico.

Arriviamo ora ad un ampio slargo dove è protagonista una caverna paleolitica, detta “Annaro di Sant'Egidio". Provate a trovare la fonte d'acqua al suo interno alla quale si attribuivano poteri taumaturgici.

Il percorso continua insieme al rio Fratta e alla splendida vegetazione che adorna questo luogo.

Si arriva ad un’area attrezzata per esercizi ginnici e subito dopo si incrocia una delle uscite dal percorso che sale al Comune, da non imboccare per proseguire invece lungo il sentiero principale.

In lontananza si iniziano a vedere le case arroccate, e lungo la strada si incontra un cancello che offre la possibilità di visitare altre grotte. Curiose le moderne sculture che sono di guardia a questo luogo.

Dopo aver fatto lavorare un po’ le gambe, ci si trova davanti una strada bianca, carrabile, che si imbocca andando dritti, passando accanto ai noccioleti e le ville private, fino ad arrivare alla chiesa della Madonna delle Grazie, un edificio ad una navata e in stile barocco incastonato nell’Agro falisco, così chiamato in ricordo della popolazione che viveva questo territorio in epoca etrusca.

Visitata la chiesa si riscende nelle forre, arrivando al fiume e costeggiando le grotte e le pozzolane, dato che ci troviamo nei pressi dell’antico vulcano Cimino. Poco prima dell’area giochi si prende la scalinata panoramica che ci porta nel cuore del borgo antico di Corchiano.

Si può passeggiare fra le sue viette curate fino a scoprire la zona del paese adibita a presepe, uno dei fiori all’occhiello del Comune, da visitare però durante il periodo natalizio, quando prende vita grazie alla dedizione di molti cittadini.

Si attraversa anche la parte nuova del centro, Superando la piazza del municipio e proseguendo dritti fino al monumento ai caduti della seconda guerra mondiale. Qui si tiene la sinistra per imboccare via di Sant’Egidio e poco dopo, sempre sulla sinistra, si scende per un’altra tagliata, l’ultima di questo percorso.


Ci si ritrova infine nella piana erbosa dalla quale eravamo passati all’inizio dell’escursione. Si attraversa il ponte romano a schiena d’asino e si ritorna verso la nostra auto percorrendo al contrario lo stesso sentiero intrapreso all’andata.

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