Monte Orlando di Gaeta
In questo video ti portiamo alla scoperta di un affascinante percorso ad anello che parte dal suggestivo borgo di Roccantica (RI), nel cuore della Sabina. Un'escursione immersa nella natura tra storia, spiritualità e geologia unica.
2/4/20254 min read
Abbiamo trovato posto nel parcheggio vicino al Santuario della Montagna Spaccata. Entriamo e ci dirigiamo verso la cappella dedicata a S. Filippo Neri, dalla quale possiamo scendere attraverso un suggestivo passaggio fra le rocce che, secondo la leggenda, si sarebbe formata al momento della morte di Cristo. Ne è riprova la “mano del turco” impressa nella pietra.
Possiamo salire le scale sopra la cappellina per ammirare lo spettacolo del mare dalla falesia dove ci troviamo. Notiamo un nido di gabbiani corsi e una “palma nana”, unica palma spontanea d’Europa, che resiste al vento e alla salsedine aggrappata alle rocce della falesia.
Torniamo indietro, e nei pressi dell’ingresso del santuario andiamo a destra per visitare la Grotta del Turco, scendendo moltissimi gradini attraverso un'incredibile fenditura sul mare, ma la troviamo chiusa!
Seguiamo allora le indicazioni verso le Polveriere, gambe in spalla, iniziamo a salire i tornanti impreziositi da cartelli informativi, all’ombra delle fronde degli alberi e con una pavimentazione che agevola il passo. Incontriamo delle strane formazioni rocciose: sono i fossili delle rudiste, molluschi bivalviche che un tempo formavano barriere naturali; oggi testimoniano uno scomparso mare tropicale.
Pochi passi ancora e ci troviamo al bivio per le Polveriere, le strutture di orgine borbonica che custodivano la polvere da sparo. Possiamo addirittura entrare nella polveriera Carolina, costruita senza tetto, una scelta progettata per ridurre i danni in caso di esplosione. Nel 1939, un incidente confermò l’efficacia di questo accorgimento: l’antico pavimento sospeso in legno è andato distrutto, ma le altre polveriere non sono state coinvolte nell’incendio.
Andando verso l’ultima polveriera, costeggiamo il mare da un lato e la macchia mediterranea dall’altro e una volta arrivati, non ci resta che ammirare il panorama e provare a scorgere le Isole Pontine.
Torniamo sui nostri passi e al bivio saliamo verso il Mausoleo di Lucio Munazio Planco. Incontriamo un piccolo centro di comando e la strada diventa sterrata. Arriviamo in cima e possiamo vedere la spiaggia di Serapo sotto di noi.
Proseguiamo fino a quando non vediamo i segni della postazione di qualche pezzo di artiglieria. Lì troviamo la strada per l’anello delle batterie superiori. Il Monte Orlando è stato una vera e propria fortezza naturale per secoli. Tra montacarichi, feritoie, camminamenti e prese d’aria per i sotterranei, immaginiamo la vita dei soldati del passato.
Ci spostiamo sulla passeggiata, dove il Parco ha disposto delle strutture in legno per fare esercizi. Quando vediamo le indicazioni per il Mausoleo, saliamo fino al punto più alto del monte, dove ci attende appunto il Mausoleo di Lucio Munazio Planco, generale romano e console sotto Ottaviano Augusto, amante di Gaeta. Proprio accanto c’è il Faro di Monte Orlando, guardiano silenzioso del golfo.
Proseguiamo fino a quando non vediamo i segni della postazione di qualche pezzo di artiglieria. Lì troviamo la strada per l’anello delle batterie superiori. Il Monte Orlando è stato una vera e propria fortezza naturale per secoli. Tra montacarichi, feritoie, camminamenti e prese d’aria per i sotterranei, immaginiamo la vita dei soldati del passato.
Ci spostiamo sulla passeggiata, dove il Parco ha disposto delle strutture in legno per fare esercizi. Quando vediamo le indicazioni per il Mausoleo, saliamo fino al punto più alto del monte, dove ci attende appunto il Mausoleo di Lucio Munazio Planco, generale romano e console sotto Ottaviano Augusto, amante di Gaeta. Proprio accanto c’è il Faro di Monte Orlando, guardiano silenzioso del golfo.
Proseguendo oltre il Mausoleo, possiamo raggiungere la Statua di S. Maria Ausiliatrice, che domina dall'alto e veglia su Gaeta. Ma gli occhi sono tutti per i Monti Aurunci, che si stagliano all’orizzonte. Una pausa per ammirare la vista e si riparte!
Torniamo sulla passeggiata circolare per raggiungere la batteria inferiore. Le fortificazioni non si limitavano alla costa! Alcune batterie erano dedicate alla difesa da terra, pronte a respingere eventuali assedi. Oggi sono inglobate nella natura, mentre dobbiamo immaginare questo posto senza questa rigogliosa vegetazione.
Quando arriviamo ad un edificio in cui diversi alberi sono riusciti a crescere spontaneaente, dobbiamo voltare a destra e prepararci ad affrontare i tornanti di via Santa Maria Ausiliatrice per scendere a Gaeta Vecchia.
La vediamo infatti dall’alto, incastonata nel blu del golfo, e sorvolata dai gabbiani; risaltano il Torrione Francese e i due castelli, l’Angioino e l’Aragonese. Quest’ultimo, oggi sede della scuola nautica della Guardia di Finanza.
Riprendiamo la discesa, fino a giungere alla fine del Parco del Monte Orlando. E proseguiamo verso la Chiesa di San Francesco d’Assisi.
Un’imponente facciata neogotica si mostra davanti a noi: slanciata e riccamente decorata, è preceduta da una maestosa scalinata al centro della quale si erge la statua della Religione, opera di Luigi Persico. Un rapido sguardo e proseguiamo verso il cuore della città.Usiamo la scalinata della “salita casa tosti” per arrivare nei giardini di Piazza Traniello, dove la “vittoria alata” e le bombarde ricordano i caduti della grande guerra. Il lungomare ci chiama con la sua brezza marina e i suoi colori vivaci.
Passiamo accanto alle mura fatte esplodere nel 1960, di cui ancora possiamo notare qualche traccia. Arrivati al Santuario della Santissima Annunziata, prendiamo via Faustina e poi prendiamo la Salita di Porta di Terra per tornare verso il parcheggio.
La nostra ultima tappa è il Bastione Carlo V con le sue batterie Dente di Sega e Cinquepiani, che oggi sono una splendida terrazza panoramica sulla Spiaggia di Serapo.